Amen

Fondazione di Partecipazione

Dall’inizio dei tempi, l’umanità ha sempre convissuto con il dubbio esistenziale che contrappone la ragione con la fede, ovvero, le verità provvisorie della scienza in quanto in continua evoluzione, con i dogmi delle religioni le quali hanno assunto nel tempo forme ed identità diverse.

Quello che è certo, è che le religioni hanno da sempre assunto una loro centralità nella società, sia intesa come leggi universali accessibili a tutti che riconoscono l’esistenza di dio e dell’immortalità dell’anima, sia come consenso spontaneo finalizzato all’adesione e condivisione dei valori costituzionali.

Ma in questo momento storico, dove tutto confluisce dall’altra parte della clessidra come nel baratro della negazione degli stereotipi precedenti, la religione non è più custode del vecchio ordine, non è più uno ostacolo allo sviluppo, ed i legami che la legano alla società, sono sempre più influenzati da una visione politica che contrappone il modello di società unipolare dell’occidente con quello di società multipolare dell’oriente.

I rapporti tra religione e potere politico sono antichi e sempre molto complessi da trattare, lo studio delle cose divine e del loro rapporto con quelle umane e naturali sono temi così profondi che ci obbligano a ricercare, osservare e confrontare, la storia delle nostre origini con quelle delle tante identità culturali. 

Solo così, solo dalla profonda conoscenza delle scienze umanistiche e della capacità di esplorare le connessioni interculturali tra arte, storia, filosofia e scienza, sarà possibile porre le basi etiche e morali su cui costruire una nuova società solidale, pacifica, sostenibile e cooperante.

Difatti, gli utensili, la moneta, le macchine, la rete, oltre a rappresentare una testimonianza del processo evolutivo dell’uomo, ne raccontano anche la dualità del suo spirito, quello di aver creato nell’altruismo e distrutto nell’egoismo.

Questa perenne lotta tra il bene e il male, deve essere il tema su cui tutte le religioni devono confrontarsi e cooperare al fine di influenzare la politica e mettere al centro di ogni processo decisionale, non il potere, il controllo o il denaro, ma l’etica, l’empatia e la compassione e l’amore.

In questo senso, la Fondazione Amen, intende affermare e diffondere i valori etici e morali che sono alla base delle tante religioni, offrire sollievo a chi ne ha bisogno attraverso un percorso di consapevolezza, ed infine, trasformare gli operatori funebri in operatori umanistici.

Tre distinti ambiti che richiamano la trinità, dove Amen, la parola che viene pronunziata alla fine di ogni preghiera, racchiude lo spirito della nostra fondazione.

Noi siamo eterni, noi siamo spirito

La Fondazione Amen riconosce il ruolo essenziale delle religioni nel diffondere i valori fondamentali che sono alla base del nostro vivere sociale ed intende sostenerle, promuovendo il prularismo religioso che si lega, in un rapporto di simbiosi, alle società multipolari. Il nostro scopo è quello di sintetizzare e diffondere i valori umanistici che accomunano le tante religioni, riaffermando la consapevolezza che noi non siamo un corpo ma uno spirito che si realizza amando il prossimo come se stesso.

 

La morte vista dai vivi

La Fondazione Amen promuove il benessere e la crescita dell'individuo nella sua interezza di corpo, mente e spirito, avvicinando le persone al tema della fine in tutte le sue declinazioni e di contrastare la tendenza dominante della nostra società a rimuovere e occultare la realtà della vecchiaia, della malattia e della morte. Solo la consapevolezza potrà alleviare quel dolore terribile per la perdita di una persona cara, un percorso che ti aiuterà ad attraversare diversi stadi per l’elaborazione del tuo lutto.

 

La nuova filiera degli operatori umanistici

La Fondazione Amen intende creare una nuova filiera nel settore funebre che si identifica nella sua capacità di trasformare gli operatori economici in operatori umanistici. Quello che vogliamo fare è fornire gli strumenti e la formazione per diventare tali, quindi definire un disciplinare per certificare la sussistenza di tali capacità umanistiche, così da accompagnare le persone che hanno subito una perdita ad elaborare il proprio lutto con delicatezza, rigore, serietà, competenza e rispetto delle diversità.

Soci Fondatori

Comitato Esecutivo

Gianni Diotallevi

VICE PRESIDENTE

Stefano Andreini

PRESIDENTE

Maurizio Borri

SEGRETARIO

Partnership

Impegnati nel sociale